Uno sguardo (non canonico) sul Golfo

Min Turab Tra vecchio e nuovo

di Roger Grasas
Fotostoria

In arabo,“min turab” significa “provenire dalla Terra”. In arabo, “Min Turab” significa “provenire dalla terra”. E la terra è ciò da cui è nato tutto e in cui oggi convivono natura e tecnologia, tradizioni e progresso, saggezza e consumismo. Negli ultimi decenni, l’aumento dei proventi del petrolio, la globalizzazione e il turismo di massa hanno trasformato i paesaggi del Golfo Arabo. I paesi della regione si sono visti passare dallo stile di vita austero dei beduini a una società postmoderna, profondamente urbanizzata. È su questo contrasto, sulla dualità profonda di questi territori, che si concentra lo sguardo del fotografo, in questo progetto portato avanti dal 2009 al 2016. Grasas porta lo spettatore non nei canonici luoghi di pellegrinaggio turistico ma nei panorami secondari, dove è possibile cogliere in toto la trasformazione che sta avvenendo, repentina e inesorabile, davanti agli occhi degli abitanti del luogo. Il volume studia i recentissimi centri nati dall’incontenibilità dello sviluppo urbano, e vi si approccia dalla periferia, dai margini, dalla porta sul retro. Perché sono i dettagli, qui, a parlare del tutto.

 

 

 

Fotostoria

In arabo,“min turab” significa “provenire dalla Terra”. In arabo, “Min Turab” significa “provenire dalla terra”. E la terra è ciò da cui è nato tutto e in cui oggi convivono natura e tecnologia, tradizioni e progresso, saggezza e consumismo. Negli ultimi decenni, l’aumento dei proventi del petrolio, la globalizzazione e il turismo di massa hanno trasformato i paesaggi del Golfo Arabo. I paesi della regione si sono visti passare dallo stile di vita austero dei beduini a una società postmoderna, profondamente urbanizzata. È su questo contrasto, sulla dualità profonda di questi territori, che si concentra lo sguardo del fotografo, in questo progetto portato avanti dal 2009 al 2016. Grasas porta lo spettatore non nei canonici luoghi di pellegrinaggio turistico ma nei panorami secondari, dove è possibile cogliere in toto la trasformazione che sta avvenendo, repentina e inesorabile, davanti agli occhi degli abitanti del luogo. Il volume studia i recentissimi centri nati dall’incontenibilità dello sviluppo urbano, e vi si approccia dalla periferia, dai margini, dalla porta sul retro. Perché sono i dettagli, qui, a parlare del tutto.

Min Turab

Global Village, Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Burj Khalifa, nel centro di Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Corniche di Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Area commerciale nel centro di Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Ingresso dell’Abu Dhabi Palace, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Il Miracle Garden di Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Scultura dell’acqua al Dubai Mall, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Lo Ski Dubai, una stazione sciistica al coperto, all’interno del centro commerciale Mall of the Emirates, Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Resort turistico nel deserto a Ras al Khaima Emirate, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Resort turistico nel deserto a Ras al Khaima Emirate, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

L’orizzonte del centro di Dubai, Emirati Arabi Uniti.

Min Turab

Parco Atlantis al Palm Jumeirah. Dubai, Emirati Arabi Uniti. 

Gli autori

Roger Grasas

Roger Grasas (Barcellona 1970) è un fotografo documentarista. Laureato in Fotografia e in Filosofia, fin dagli esordi della sua carriera si concentra sul territorio e fa del viaggiare la trama portante del suo lavoro, traducendo le esperienze in arte visiva. Dal 2005 collabora con diverse riviste spagnole e internazionali (tra cui National Geographic, Esquire, Wired, Vogue).

Nel 2010 si trasferisce a Riad (Arabia Saudita), dove rimane fino al 2015, ed è qui che si dedica a Min Turab e Ha Aretz, i suoi primi progetti a lungo termine. A livello editoriale, è rappresentato da Zoom Agence in Spagna e da Plainpicture in Germania e negli Stati Uniti. Il corpus delle opere di Roger Grasas indaga il ruolo della tecnologia nella società postmoderna e lo stato di straniamento e confusione che assale l’essere umano nel sempre più paradossale e indecifrabile panorama contemporaneo. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo e hanno vinto diversi premi internazionali.